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giovedì 11 giugno 2009
Tratto da un mio articolo per l'MBM. Mi chiedo se ne sentisse davvero il bisogno il nostro Presidente del Consiglio, di chiamare Gheddafi a Roma, per farci dare, lui a noi, una lezione di democrazia. Presentatosi all’aeroporto, il dittatore libico esibisce una foto in bianco e nero che dovrebbe – secondo lui- mortificarci. Una foto che riguarda l’esecuzione o l’assassinio di un indipendentista libico per mano dei fascisti. Lui pretende scuse, si è auto convinto che tramite Berlusconi il popolo italiano gliele abbia concesse. Evidentemente esistono motivi per cui questo dittatore ritenga Berlusconi un suo collega, infatti, da per scontato che tramite la sua persona il popolo agisca all’unisono … per fortuna esiste in Italia ancora la mania di non pensarla come Berlusconi. Ed è un miracolo che Gheddafi non sia arrivato a profanare il nostro Parlamento, una ventata di orgoglio e di dignità deve aver colpito in corner i nostri rappresentanti. (clicca sul titolo per leggere il resto) Gheddafi fa la vittima, e vuole insegnarci il rispetto dei popoli. Ma chi è Gheddafi? Vediamo una piccola carrellata delle sue “opere”: Il 26 Agosto del 1969 con un colpo di stato Gheddafi prende il potere instaurando una dittatura nel suo paese, pensa bene di inaugurarla cacciando tutti gli italiani, (1971) privandoli delle loro case e dei loro beni, costringendoli ad “espatriare” in Italia. Si trattò di circa 30.000 persone. E’ curioso che non si sia parlato di questo: 150 MLN A ESULI ITALIANI E VISTI PER TORNARE IN LIBIA - Gli italiani espulsi dalla Libia nel 1971, dopo che il colonnello Gheddafi prese il potere con un colpo di Stato che detronizzò re Idriss, potranno tornarvi con Visto turistico, ma anche per lavoro o altre finalità. Agli esuli dalla Libia si riconosce un indennizzo complessivo di 150 milioni da corrispondere nella misura di 50 milioni l'anno dal 2009 al 2011. (fonte ANSA) http://ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_988543372.html Forse non si è voluto mettere a disagio Gheddafi, mentre ci faceva a noi la ramanzina. Gheddafi ieri sera ha ricordato anche il colonialismo francese in Algeria, il dittatore libico evidentemente dimentica i 53 detenuti algerini internati nel suo paese, con condanne che si basano su semplici illazioni. http://www.lexpressiondz.com/article/2/2009-05-25/64064.html Fin qui poca roba … diamo un’occhiata invece all’ultimo rapporto di Amnesty International riguardo i crimini perpetrati da Gheddafi durante la sua dittatura: “Le libertà di espressione, associazione e riunione sono soggette a stringenti limitazioni, in un clima caratterizzato dalla repressione del dissenso e dall'essenza di ONG indipendenti a difesa dei diritti umani. Rifugiati, richiedenti asilo e migranti hanno continuato a essere detenuti a tempo indefinito e maltrattati.” Questa è la persona con cui noi ci stiamo accordando per trovare una soluzione al fenomeno dell’immigrazione clandestina. Una soluzione “finale” oserei dire. “Il governo non ha tollerato critiche o dissenso” continua il rapporto di Amnesty “coloro che esercitano pacificamente i loro diritti alle libertà di espressione e di associazione possono incorrere nella pena di morte”. Questo è l’amico di Berlusconi … poi scopriremo che abbiamo frainteso. Ce ne scusiamo in anticipo. Ma non è tutto, perché nel rapporto di Amnesty si legge anche che “Sono pervenuti persistenti rapporti di tortura e altri maltrattamenti di migranti, rifugiati e richiedenti asilo in stato di detenzione; a questi ultimi non è stata fornita protezione, come richiesto dal diritto internazionale sui migranti”. Secondo D’Alema, ad accogliere Gheddafi – persino in Parlamento- non c’è niente di male. Evidentemente la strategia del PD per sopravvivere (più che per vincere) è quella di imitare il berlusconismo, anziché contrastarlo, come si richiederebbe ad una opposizione sana. Ma tra la brutta copia e l’originale alla fine la gente sceglierà sempre la seconda opzione. Credo che se non si possa fare opposizione nemmeno in circostanze come queste, dove si stende il tappeto rosso e si tratta da grande amico uno dei peggiori dittatori del mondo, è la fine … si è toccato veramente il fondo.
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Etichette: Berlusconi, gheddafi, politica
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