martedì 3 marzo 2009

Il futuro come promessa

MESSAGGIO
Trascritto (no copy-paste) da un testo di U.Galimberti, "L'ospite inquietante"(pag.25) ed. Feltrinelli.



Quali sono le ricadute del nichilismo soprattutto sulla condizione giovanile?




Due studiosi [M. Benasayag e G. Schmit] hanno posto sotto osservazione i servizi di consulenza psicologica e psichiatrica diffusi in Francia […] a frequentarli, per la gran parte, sono persone le cui sofferenze non hanno una vera e propria origine psicologica, ma riflettono la tristezza diffusa che caratterizza la nostra società contemporanea, percorsa da un sentimento permanente di insicurezza e di precarietà.

Quali “tecnici della sofferenza” […] invece di adagiarsi tranquillamente ai farmaci a loro disposizione per curare il disordine molecolare e cosi stabilizzare la crisi, si sono messi a studiare e a pensare il senso che si nasconde nel cuore del sintomo, quando la crisi non è tanto del singolo quanto il riflesso nel singolo della crisi della società, che, senza preavviso, fa il suo ingresso nei centri di consulenza psicologica e psichiatrica, lasciando gli operatori disarmati.

In che cosa consiste questa crisi? In un cambiamento di segno del futuro: dal futuro-promessa al futuro-minaccia. E siccome la psiche è sana quando è aperta al futuro, […] quando il futuro chiude le sue porte o, se le apre, è solo per offrirsi come incertezza, precarietà, insicurezza […] allora, come dice Heidegger, “il terribile è già accaduto”, perché le iniziative si spengono, le speranze appaiono vuote, la demotivazione cresce, l’energia vitale implode.

Per i due studiosi tutto ciò è cominciato con la “morte di Dio” annunciata da Nietzsche che ha segnato la fine dell’ottimismo teologico che visualizzava il passato come male, il presente come redenzione, il futuro come salvezza.

La morte di Dio non ha lasciato solo orfani, ma anche eredi. La scienza, l’utopia e la rivoluzione hanno proseguito, in forma laicizzata, questa visione ottimista della storia, dove la triade colpa, redenzione, salvezza trovava la sua riformulazione

 […]

L’occidente – una volta abbandonato il pessimismo degli antichi greci che, come ricordava Nietzsche, “sono stati gli unici ad avere la forza di guardare in faccia il dolore” – si è consegnato senza riserve all’ottimismo della tradizione giudaico – cristiana che, sia nella versione religiosa sia nelle forme laicizzate, ha guardato l’avvenire sorretta dalla convinzione che la storia dell’umanità è inevitabilmente una storia di progresso e quindi di salvezza.


12 Comments:

  1. Dany said...
    Syt molto bello lo scritto...Le foglie di maria sn belle sullo sfondo ma rompono una cifra a leggere o usi un carattere piu grande o getto la spugna amico mio!ciaoooooooooooooooooooo Gio
    Juanne Pili said...
    Dany - Ci penso io!
    mareinme said...
    weeeeeeeeeee' fratellinooooooooooooooooo :tvb
    dolce notteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

    abbraccioooooooooooooooooooooooooooo e un kiss dalla mia pikkola asya
    Juanne Pili said...
    Buona notte a tutt' e due!

    VVB
    Roberto Sonaglia said...
    Al di là... del bene e del male, no, dai, non scherziamoci troppo.
    Al di là comunque delle cause, più o meno filosofiche, di questo fenomeno, c'è da sottolineare come ciò comporti, per lo psicologo, un passaggio in più verso lo studio sociale, cosa credo già compresa nel suo bagaglio di conoscenze, ma in questo caso mi pare un passo verso un approccio di tipo "cause esterne-effetti sull'individuo" molto più 'politico', in senso letterale, di quanto la psicanalisi fa, normalmente, concentrandosi cioè sui traumi personali (sempre derivanti dall'esterno, certo, ma visti in chiave strettamente interiorizzante).
    Passare cioè, dallo studio del singolo a quello della società.
    Poi magari non c'ho capito un c..., ma l'impressione è quella. Positiva, direi.

    Ciao Giò!!!
    Robi
    Juanne Pili said...
    Robi - Si è proprio cosi ... perchè le cause di questi disagi non sono circoscritte e casuali, ma generali e caUsali ... che mal di testa!! *_*

    Ciao Robi.
    Danzanolenote said...
    in fondo credendo nella reincarnazione il presente dovrebbe essere una prova in più verso la conoscenza di se stessi il futuro è solamente una illusione nulla di tangibile.E le illusioni non si basano sulla concretezza.Questo presente è vissuto sempre più nell'isolamento che porta poi alla perdita del riuscire come asocietà a stare unita per far fronte a improvvisi cambi di prospettiva .Nel presente quindi tutte le possibili forze le possibili energie attraverso esso misuriamo la nostra verità.Pier
    Viviana said...
    Ciao Giovanni, guarda che se passa la forestale smile e vede il tuo orticello di maria ti fa il culo a mandolino smile (ops scusa il francesismo )smile
    Ciao amò smile
    Viviana
    Viviana said...
    Azz qui gli smile che fumano non si possono inserire, solo nei post
    Peccato
    Juanne Pili said...
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    Viviana - si vive una volta sola ...
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    Pier - Io sto diventando pagano invece ... credo nell'eterno ritorno, e dopo la morte si sale agli dei per poi ridiscendere, il tempo non è lineare, come quello giudaico cristiano, ma ciclico, ad ogni catastrofe, segue sempre una genesi ... cosi il big bang, non è l'inizio, ma uno dei cicli infiniti.
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    The Ardee Man said...
    really cool picture.they spoke about my blog in an irish newspaper cool
    Juanne Pili said...
    Ardee Man - Sims like the same to me. ;-)

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